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OSTEOPATIA COLONNA VERTEBRALE

La struttura ossea umana è altamente vulnerabile alle forze di compressione, torsione e taglio create dalla forza di gravità.
Il corpo possiede, però, delle barriere fisiologiche di adattamento, che determinano dei cambiamenti strutturali, creando le condizioni ottimali per la nutrizione dei tessuti; questi mutamenti sono quindi alla base del concetto di salute secondo il modello osteopatico.
Il modello scheletrico tiene conto sistematicamente della legge fisica e biomeccanica: 

 

PRESSIONE = FORZA PER SUPERFICIE DI CONTATTO


Solo attraverso il corretto allineamento dei centri di gravità e oscillazione del corpo nell’asse di carico posturale, si ottiene una distribuzione equilibrata delle forze esercitate su tutte le superfici disponibili, cioè i dischi e le apofisi vertebrali.
Per questo è corretto affermare che per prevenire “il mal di schiena”, considerato dalla Medicina il male più vecchio del mondo, è necessario un carico dinamico-armonico dell’apparato di sostegno.
I vizi posturali della vita quotidiana, specie nelle ore di lavoro, causano l’asimmetria dei carichi; le strutture, già sollecitate, vengono sottoposte a ulteriori stress, che coinvolgono altri sistemi del corpo tra cui quello nervoso e vascolare, i quali di conseguenza agendo in ambito disfunzionale, non permettono lo scambio ottimale dei prodotti del metabolismo.
In questo ambito l’Osteopatia si propone per individuare le alterazioni del sistema neuromuscoloscheletrico attraverso un’attenta analisi palpatoria, che metta in rilievo le disfunzioni osteopatiche, le quali possono creare risposte sintomatologiche anche a distanza, seguendo i concetti olistici di interdipendenza fra struttura e funzione e di unità e correlazione fra le varie parti del corpo.
Sia che la problematica sia disfunzionale o patologica il compito dell’Osteopata è sempre quello di riportare il corpo ad un livello ottimale di autoregolazione e automantenimento dell’omeostasi dei fluidi vitali, sostenendo che la malattia cronica è un effetto e non una causa della disfunzione osteopatica o condizione patologica infiammatoria iniziale.
L’Osteopata può avvalersi anche di consigli posturali, dietetici o altre visite specialistiche, per interagire maggiormente con le esigenze personali del paziente e fare in modo che l’equilibrio dinamico omeostatico raggiunto con la terapia manipolativa osteopatica possa essere mantenuto il più a lungo possibile.

OSTEOPATIA RACHIDE CERVICALE

Il  rachide cervicale è la porzione superiore della colonna vertebrale, costituita da 7 vertebre.
Esso  sorregge il capo e ne permette i movimenti nello spazio, accoglie e protegge il midollo spinale, garantendo la fuoriuscita dallo scheletro delle radici nervose, responsabili di sensibilità e mobilità degli arti superiori e delle spalle.
Proprio per la sua complessa struttura anatomica e funzionale, il tratto cervicale riveste un’importanza fondamentale, al punto che molto spesso i problemi che lo riguardano si ripercuotono sull’intero organismo, influendo negativamente sul benessere globale della persona.
I principali disturbi che colpiscono il rachide sono di tipo:

  • Traumatico, uno fra tutti, il comune “colpo di frusta”;

  • Posturale, cioè dovuti a posizioni scorrette assunte nel nostro quotidiano (ad esempio al lavoro o nel riposo);

  • Degenerativo, nel caso di patologie come artrosi cervicale, ernia discale, neuropatie (infiammazioni dei nervi che coinvolgono le braccia);

  • Psicosomatico, rigidità e tensione dovuti a stress e a fattori emotivi.

I sintomi  sono molteplici e variano, oltre che per le cause, a seconda della zona del rachide che viene coinvolta: dolori alla nuca, cefalee, vertigini, nausea, acufeni (fischi nelle orecchie), disturbi della vista, insonnia o sonnolenza ingiustificata sono i sintomi più frequenti  quando si tratta del tratto cervicale alto; se, invece, la zona colpita è quella bassa, le maggiori ripercussioni si avranno sulle spalle e sulle braccia con dolore, sensazione di peso, alterazioni della sensibilità dell’arto superiore fino alle dita della mano (cervicobrachialgia) oppure perdita della forza prensile della mano stessa. 
Ma c’è di più: se trascurato, il problema (o la vera e propria patologia, come nel caso di artrosi o neuropatie) può coinvolgere anche alcuni organi e apparati, che, per connessione nervosa, sono in stretto rapporto con il rachide cervicale (cuore, polmoni, vie respiratorie, apparato della deglutizione e tiroide, per citarne alcuni).
In questo contesto si inserisce il ruolo dell’Osteopatia, basato sulla visione del corpo come unità anatomica e dinamica e volto a ripristinare l’equilibrio generale dell’organismo.
Durante il trattamento osteopatico, spesso le tecniche di correzione possono agire anche lontano dal tratto cervicale, cercando di eliminare compensazioni e disfunzioni correlate al disturbo principale. Il risultato sarà quello di agire alla radice del problema, debellandone  la causa primaria e non solo la manifestazione sintomatologica.

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