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DISTORSIONE

La distorsione tibio-tarsica è uno dei traumi più comuni nei pazienti; essa ricorre frequentemente anche nella Traumatologia Sportiva. Il protocollo FDM prevede una soluzione innovativa e diversa dalla visione Ortopedica-Fisioterapica.
Nella diagnosi la prima valutazione da fare è quella sulle controindicazioni che anche per il protocollo FDM sono rappresentate dalle lesioni tessutali più gravi in Traumatologia dello Sport: fratture, lussazioni e lesioni tendinee-legamentose. 
In tutti gli altri casi, che rappresentano il 60/70 % dei traumi distorsivi della caviglia, il protocollo FDM è applicabile come terapia primaria o di ausilio.
Esso si contraddistingue dalle altre riabilitazioni proprio perché nell’approccio valutativo del paziente viene osservato il linguaggio del corpo, per individuare quale dei sei tipi di distorsione è presente; spesso infatti anche se il trauma è ben memorizzato dallo sportivo e legato ad un movimento eseguito scorrettamente, si è in presenza di più di una distorsione, proprio perché il trauma può essere recidivo oppure perché si verifica una compensazione discendente dell’arto inferiore, che include piede e caviglia. Per questo motivo il metodo FDM si basa su un sistema codificato, che permette una rappresentazione utile della realtà clinica; le previsioni terapeutiche che derivano da questo modello devono essere osservate e diagnosticate in prima battuta per pianificare un adeguato trattamento. Per ulteriore conferma si utilizzano specifici test che permettono una maggior precisione della diagnosi, proprio perché danno la possibilità di dirigere il trattamento verso il recupero funzionale della mobilità fasciale-articolare inibita dal trauma.
Si procede a questo punto con il trattamento FDM dei legamenti TRIGGER BAND (TB), evidenziati nel linguaggio corporeo da una linea continua che di solito parte dall’avampiede fino al tratto muscolare dei Gemelli e/o Peronieri. Questa tecnica deve essere eseguita con precisione e incisività, proprio perché deve ristabilire un attorcigliamento fasciale e ricomporre le fibre tessutali, sciogliendo tutte le adesioni che hanno modificato l’evoluzione del legamento TB da acuto a cronico.
Nella stessa seduta di trattamento si rivalutano il linguaggio del corpo e i test di mobilità e spesso si nota come entrambi si modifichino dopo il lavoro eseguito sui legamenti TB. Se persiste una limitazione funzionale nella flessione plantare o dorsale del piede si esegue la tecnica su DISTORSIONE CONTINUA (DC), sulla tibia anteriore in prossimità dell’astragalo ed eventualmente anche della DC laterale dell’articolazione Peroneo-Astragalica, specie nel caso di distorsione in inversione. Dopo queste correzioni non possono essere eseguite nella stessa seduta altre tecniche di sblocco specie quelle Thrust, ma solo eventualmente tecniche di rilascio sulla fascia superficiale, specie se il paziente indica la presenza di una DISTORSIONE CILINDRICA (CyD) della fascia. Il trattamento di questa distorsione permette di migliorare il drenaggio veno-linfatico e il corretto segnale neurologico periferico, specie quando è presente un versamento edematoso dell’articolazione della caviglia. Dopo la prima seduta viene applicato un bendaggio protettivo e drenante,   come il Kinesiotaping e inoltre vengono consigliati al paziente Crioterapia e pomate antinfiamatorie per ridurre l’effetto della terapia manuale post-manipolativa.
Si rivede l’atleta dopo 2-3 giorni, ricontrollando linguaggio corporeo e test di mobilità, specie per controllare la funzionalità articolare della caviglia. Spesso si può notare come siano migliorate quasi totalmente le aree di dolore a discapito della stabilità, forza e propiocettività della tibio-tarsica traumatizzata. In questi casi è utile trattare la DISTORSIONE SPIEGATA uFD o RIPIEGATA rFD di una fascia connettiva, una membrana interossea o di un setto intermuscolare che hanno subito un trauma decompressivo o compressivo, con lo scopo di ristabilire la corretta piegatura fisiologica della fascia.
A questo punto l’atleta è pronto per riprendere l’attività sportiva con applicazione di bendaggio Kinesiotaping; solo in alcune situazioni i è opportuno rivederlo per una terza seduta, specie nel caso di sportivi con numerose recidive di distorsione oppure nei casi di compenso ascendente per errata deambulazione dell’arto inferiore dal piede e tibio-tarsica verso bacino. In questi casi è utile trattare la FISSAZIONE TETTONICA FT per lubrificare ancora meglio l’articolazione e coordinare la tibio-tarsica con l’assetto posturale globale dell’atleta, utilizzando tecniche di coordinazione propriocettività sensoro-motoria. In alcuni casi clinici è da segnalare una grave artrosi cronica della caviglia del paziente sportivo, per cui è utile la cooperazione multidisciplinare con una terapia Ortopedica-Fisiatrica, specie con infiltrazioni di acido ialuronico e onde d’urto.
In conclusione il protocollo FDM sulla distorsione tibio-tarsica mira a ottenere i seguenti obiettivi terapeutici:

  • eliminare aree di dolore 

  • ridurre edema e tumefazioni

 

  • stabilizzare l’articolazione

 

  • evitare recidive per l’atleta

  • eliminare compensi ascendenti verso arto inferiore, bacino e colonna vertebrale

  • ridurre drasticamente tempi recupero di ritorno all’attività agonistica.

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